Dalla postfazione di Giulia Abbate al romanzo “Come volano le api” di Chiara Castello.
«C’è la voce delle “Sirene” (2007) di Laura Pugno: in un mondo devastato da un’epidemia, feroci regni criminali sfruttano le creature femminili sirenidi, più radicalmente altre delle “subumane” di Castello, ma ugualmente sopraffatte, mercificate, abusate, ugualmente richiamanti nelle loro ferite il volto peggiore dell’umano. Il messaggio antispecista di Sirene risuona nella domanda di Carla, al ricordo del padre cacciatore: è poi tanto diverso cacciare animali, “subumani”, umani, chiunque? Che differenza c’è, se non nel tipo di vittima, in un abuso della medesima qualità?
E guarda caso, i gangster-yakuza di Laura Pugno maneggiano benissimo la mentalità del capitalismo e della predazione, la stessa impiegata nella Riserva dove Carla presta il suo servizio di infermiera, pervertendo il giuramento che ha fatto – un’altra voce, quella della sua promessa, risuona tra i corridoi interrati e resta viva nel silenzio».
