lady cinema

guida pratica per attivare le tue lenti femministe

Quando ci mettiamo comode per vedere un bel film, vogliamo divertirci, essere stimolate, immergerci in altre vite. Ma come vengono rappresentate le donne sul grande schermo? Perché sembra spesso che le personagge  siano stereotipate e create a favore dello sguardo maschile? Che ruolo hanno le donne dietro e davanti alla macchina da presa?

6,00 12,00 

info

ISBN (brossura) 979-12-80559-02-9

ISBN (copertina rigida)

ISBN (ebook) 979-12-80559-03-6

ISBN (audiolibro)

Data di uscita 21 luglio 2021

Anno di pubblicazione

Titolo originale

Traduttrice

Dimensione 10,5 x 15,5 cm

Grafica Hanna Suni

Pp. 172

Illustratrice

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descrizione

Quando ci mettiamo comode per vedere un bel film, vogliamo divertirci, essere stimolate, immergerci in altre vite. Ma come vengono rappresentate le donne nel grande schermo? Perché sembra spesso che le personagge siano stereotipate e create a favore dello sguardo maschile? Che ruolo hanno le donne dietro e davanti alla macchina da presa?

Per essere delle cine-spettatrici più consapevoli dobbiamo allora indossare un bel paio di lenti femministe. Da Alice Guy, regista del primo film narrativo nel 1896, al New Queer Cinema, passando per la Feminist Film Theory, Lady Cinema è una guida brillante sulla storia delle donne dietro e davanti allo schermo. E molto di più: offre tanti strumenti pratici per valutare quello che state vedendo, dal Bechdel test alla Sindrome di Puffetta, dal Clit test alle regole dell’inclusività, e trenta schede di film da non perdere. La prefazione di Marina Pierri, scrittrice e critica televisiva, è la ciliegina sulla torta.

Vincitrice del premio speciale “Miglior opera a tematica sociale” XIII Concorso Grottammare – Franco Loi

leggilo se

  • vuoi sapere cos’è il principio di Puffetta
  • sei stanca di vedere film con orgasmi inverosimili
  • ti interessa conoscere più donne registe
  • sei alla ricerca di film femministi da divorare sul divano

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curatrici

recensioni

C’è un inganno da identificare ed è quello che fa Valentina Torrini in Lady cinema: la rappresentazione non è la realtà, è ciò che alla società fa comodo proiettare della realtà.

Marina Pierri

Esiste un cinema in cui le donne sono caratterizzate da reale complessità, esibiscono le loro ambizioni, soffrono di conflitti interiori, lottano per ottenere il giusto riconoscimento al proprio valore. Il saggio di Valentina Torrini ne mette in luce la troppo sottovalutata rilevanza, nella consapevolezza che il cinema non avendo solo funzione di intrattenimento, necessita di venire analizzato attraverso “lenti femministe” che aiutino a percepirne il fondamentale compito formativo.

Alida Airaghi (Stati generali)

 

Alida Airaghi recensisce lady cinema  di Valentina Torrini, su Gli Stati Generali

Martina Peruzza recensisce lady cinema  su Filosofemme.it

Arianna Campione recensisce lady cinema  su La bottega dei libri

Virginia Nesi parla di lady cinema  in un articolo su La 27ma ora

Ingenere pubblica la prefazione di Marina Pierri di lady cinema

Enrica recensisce lady cinema  su Chiacchiere Letterarie

Claudia Castellana, Marina Pierri e Valentina Torrini parlano di lady cinema nel palinsesto di Plebiscito di libri

Martina Peruzza di Filosofemme parla con Valentina di lady cinema in una diretta Insta

Maria Iannicello recensisce lady cinema su Cultura e Culture

Marco Luceri scrive di lady cinema sul Corriere Fiorentino

Rosa Carnevale include lady cinema negli otto libri da leggere per l'otto marzo

Elisa Zanotto recensisce lady cinema sul suo profilo Instagram

Micaela Lovecchio parla di lady cinema su IG e su FB

Chiara Cremiaschi presenta lady cinema su Letterate Magazine

Maria Ianniciello e Valentina Torrini parlano di lady cinema su Culturaeculture.it

NO consiglia Lady cinema sul suo profilo Facebook

Review su Goodreads

Siamo state abituate a vedere film di supereroi in cui le donne sono sempre le compagne, le fidanzate, le zie del superuomo di turno; Lois Lane per Superman, l'amante di turno per Batman, la dolce zia May per Spiderman, tutte più o meno inconsapevoli della doppia identità del loro congiunto. Devono avere gli occhi foderati di prosciutto e tappi nelle orecchie grossi come cocomeri per non accorgersi che il mitico Clark,  Bruce, o chi per lui, si nasconde sotto una maschera, spesso anche poco coprente.

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