Oggi si celebra la Festa dei lavoratori e delle lavoratrici e noi, con un estratto dal saggio autobiografico “Felicemente seduta. Il punto di vista di un corpo di vista disabile e resiliente” di Rebekah Taussig, auguriamo buon primo maggio a tutti… i corpi!
«[…] questo sistema di Lavoro a Tempo Pieno da Adulti punisca molti più corpi che solo il mio: corpi che hanno dei dolori, corpi avvolti nella depressione e nell’ansia, corpi che rimangono incinti, che hanno bisogno di allattare, che hanno le mestruazioni, crampi e mal di testa, corpi che si muovono e lavorano più lenti di altri, che hanno ritmi diversi per mangiare, che necessitano di un pisolino, di pause, di tempi più lunghi in bagno, di spazi igienici più inclusivi, e la lista continua. Un sistema che misura il nostro valore su una quantità arbitraria di lavoro che si suppone i nostri corpi e le nostre menti siano in grado di produrre all’interno di stretti parametri temporali e spaziali, ci punisce tutti. Ognuno di noi, alla fine, sprofonda sotto la sua insostenibilità.
Siamo circondati da elementi che ci ricordano che tutti i #corpi hanno limiti e danno il meglio in ambienti diversi. In linea di massima, il mondo che abbiamo costruito ignora tutto questo. Non posso fare a meno di chiedermi: cosa accadrebbe in tutti gli spazi di lavoro se mettessimo da parte il prototipo del lavoratore irreale che abbiamo ereditato dalla Rivoluzione industriale e mettessimo al centro il corpo disabile?».
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